Romeo e Giulietta

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Anno: 1996


di William Shakespeare
traduzione di Salvatore Quasimodo
Regia: Serena Sinigaglia
Scene: Maria Spazzi
Luci: Alessandro Verazzi
Costumi: Federica Ponissi
Assistente alla regia Martino Redaelli
Assistente ai costumi Giada Masi
Con Marco Brinzi, Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Carlo Orlando, Fabrizio Pagella, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan
Coro Cesare Benedetti, Daniele, Cavone Felicioni, Pieradolfo Ciulli, Antonio Gargiulo, Gabriele Marra, Riccardo Olivier, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Emilio Romeo, Matteo Vitanza

Datore luci: Pietro Paroletti
Fonico e macchinista: Giuliana Rienzi
Maestro d’Armi: Adolfo Fantoni
Realizzazione scene Totoro Allestimenti
Costruttore: Mattia Franco
Sarte: Hanan Jellaoui, Tetyana Zakharova, Monica Perego
Fotografa di scena: Serena Serrani

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"Io e i miei compagni, soci, amici (come chiamarli?!) festeggiamo quest’anno i quindici anni di lavoro insieme, o meglio i quindici anni di resistenza insieme! Sì, perchè è quasi un miracolo essere arrivati ancora insieme e ancora carichi di energia sino ad oggi.
Siamo nati nel 1996 con Romeo e Giulietta, la nostra prima grande prova di teatro. Avevamo tutti vent’anni o poco più. Volevamo fare teatro e farlo insieme. Fondammo l’A.T.I.R., (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca) per poter distribuire liberamente lo spettacolo (e per poterne pensare di nuovi). Romeo e Giulietta fu un successo insperato e sorprendente. Girammo tutta l’Italia e l’estero, nei principali teatri, gli stessi che, per intenderci, adesso neanche mi vedono (paradossi della vita di un artista!). Per cinque anni Romeo e Giulietta ci permise di far quadrare i conti, di vivere di teatro, divertendoci e imparando.
Quale miglior modo per festeggiare il compleanno che riproporlo? Il nostro gruppo compie la stessa età dei due protagonisti, e mai come in questi giorni bui per la cultura italiana (e non solo), sentiamo il bisogno di affermare, di fronte al mondo che ti sfinisce di indifferenza e di prepotenza, la nostra gioiosa, irriverente, infaticabile voglia di vita e di teatro.
Una delle caratteristiche dell’arte teatrale è che basandosi sul qui e ora dell’incontro tra spettatore e attore, muore nell’istante stesso in cui accade. Il mio film preferito lo posso vedere tutte le volte che lo desidero, il teatro, come la vita, lo vivo una sola volta, e poi è già passato. Il teatro è esperienza di vita, unico perché irripetibile. Fragile, terribile e meraviglioso insieme, come la vita. C’è solo un modo per poter, almeno in parte, ovviare a questo limite: riproporlo. Romeo e Giulietta è il nostro cavallo di battaglia: chi se l’è perso, chi l’ha amato e vuole rivederlo, sarà accontentato!
Romeo e Giulietta è la dirompente energia della giovinezza che non si chiede perché è al mondo, essa è “il mondo”, quella fame di esistere e di bellezza che da sempre accompagna i giovani e li rende il più importante fattore di innovazione e cambiamento nella società. La giovinezza è assoluta in tutto, nell’amore come nell’amicizia, è la purezza indomabile di una prima volta vissuta senza le difese che l’età matura costruisce e oppone. Il nostro Romeo e Giulietta è questo, un inno alla vita gridato a pieni polmoni, è un gioco sfrenato di passioni e di sogni, è il divertimento sfrontato e incosciente di chi si affaccia alla vita e non ha ancora nulla da perdere. Quindici anni fa noi eravamo tutto questo senza saperlo. Oggi lo siamo perché ci crediamo.
Un grande classico per “rivivere” ha bisogno di farsi carne e voce concrete, ha bisogno di diventare reale sul palcoscenico, come se le sue antiche parole fossero state scritte oggi per il pubblico di oggi. Con Shakespeare questo miracolo può accadere. E’ per questo, infatti, che Shakespeare è Shakespeare. Se solo glielo permetti, le sue parole ti parlano in maniera diretta e immediata. E ti riguardano sempre. L’amore di cui parla non è un romantico idillio astratto tra modelli che di umano hanno solo l’apparenza. L’amore di cui parla è l’amore travolgente e contraddittorio, tenero e comico dei ragazzi. Ed è desiderio sensuale, scoperta del sesso.
Sono grata a questo grande autore per avermi indicato una via, per avermi insegnato un mestiere, con l’ironia e la leggerezza che rendono la sua opera un capolavoro ancora più attuale. Un grande classico non dovrebbe mai intimorire il pubblico o annoiarlo, bensì mettere in risalto la potenza comunicativa del mezzo teatrale, che sa colpirti più a fondo degli altri mezzi di comunicazione. Romeo e Giulietta è divertente, è molto più divertente di Zelig e del Grande fratello. E’ coinvolgente e commovente molto, molto più di qualsiasi sceneggiato o film d’azione.
Romeo e Giulietta, il nostro Romeo e Giulietta, è la storia di un gruppo di ragazzi che sognavano un mondo diverso, e ora, anche se non sono più ragazzi, ma uomini e donne, continuano a sognarlo con la stessa “disperata vitalità” e lo stesso immutato bisogno di verità."

(Serena Sinigaglia)

 

ATIR TEATRO RINGHIERA

Via Pietro Boifava, 17 Milano

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